Gli auguri di Natale di Arborvitae : un momento corale di festa e riflessioni di gruppo

All’agriturismo Il Buon Seme di Sessant, gli auguri e un bell’arricchimento professionale e morale

Partendo dagli studi dello psichiatra americano Lawrence Kolberg, la giornata di formazione per dipendenti ospiti e amici di Arborvitae, culminata nella festa per gli auguri di Natale, è stata un momento da ricordare per chi si è avvicinato per la prima volta a questo mondo e per chi il mondo lo conosce bene, ma riesce, ogni volta, a stupirsi per ciò che si viene a creare e a emozionarsi per questo gruppo cosi eterogeneo, parola abusata ma che qui trova davvero la giusta collocazione.

Lawrence Kohlberg, che in pochi, colpevolmente conoscono, elaborò una teoria dello sviluppo della moralità basata su 6 stadi. Il metodo utilizzato si basò su interviste a 72 bambini di 10, 13 e 16 anni di ceto medio e basso, su una storia la cui interpretazione morale può essere controversa.

LA STORIA

Una donna era vicina alla morte per una rara forma di cancro. C’era una medicina che i dottori ritenevano potesse curarla: era una forma di radio che il farmacista aveva recentemente scoperto. La medicina era costosa da preparare ed inoltre il farmacista caricava 10 volte il costo di preparazione. Egli pagava 200$ per il radio e chiedeva 2000$ per una piccola dose di medicina. Il marito della donna malata, Heinz, andò in giro a chiedere in prestito denaro, ma raccolse soltanto 1000$, metà del costo. Recatosi dal farmacista gli disse che sua moglie stava morendo e gli chiese di pagare meno la medicina o di dare la differenza successivamente. Ma il farmacista disse: No, io ho scoperto la medicina e ho intenzione di guadagnarci.. Così Heinz si disperò e rubò la medicina. Avrebbe dovuto farlo?”

Questi gli stadi della moralità.

 

Stadio

Comportamento

PRIMA DELLA MORALITA’

STADIO 1 – Orientamento punizione-obbedienza. Obbedienza alle regole al fine di evitare la punizione (simile al primo stadio di Piaget).
STADIO 2 – Individualismo e Scambio. Adeguamento a delle regole per ottenere ricompense o vantaggi.

MORALITA’ COME CONVENZIONE

STADIO 3 – Moralità per mantenere buone relazioni e l’approvazione degli altri. Conformità alle regole per mantenere buone relazioni ed evitare la disapprovazione degli altri.
STADIO 4 – Mantenimento dell’ordine sociale. Conformità alle regole per evitare la censura da parte dell’autorità

MORALITA’ COME ACCETTAZIONE DEI PRINCIPI MORALI

STADIO 5 – Morale del contratto, dei diritti individuali e delle leggi accettate e condivise. Desiderio di mantenere un buon funzionamento della società (anche se ci si incomincia a domandare: Cos’è una buona società)
STADIO 6 – Principi universali Morale dei principi individuali della coscienza Conformità a dei principi individuali per evitare l’autocondanna.

La lectio magistralis tenuta dal professor Marco Burdese, presidente della Cooperativa, ha toccato i vari stadi, soffermandosi anche su paura e autoritarismo, egocentrismo e gratificazione. “Se non si sa incutere timore, non si fanno passi avanti”, innescando poi al termine, diverse riflessioni. “Solo noi, ha spiegato Burdese, facciamo formazione con gli ospiti, da noi gli ultimi sono i primi e alcuni siedono nel CDA”.

E quei visi che ascoltavano con estrema attenzione, senza arrecare il minimo disturbo, dimostravano che si è sulla strada giusta: essere decisi e autoritari quando occorre, senza perdere di vista il raggiungimento dell’AUTONOMIA, che viene perseguito con grande attenzione (“mito dell’autonomia“) e della LIBERTA’ (“mito della libertà), intesa non come “faccio ciò che voglio” ma “faccio e agisco per il bene, soprattutto il bene comune”.

Il dibattito scaturito tra i vari gruppi formatisi al termine ha fatto emergere vissuti, reazioni, pareri, riflessioni molto interessanti.

Per i più giovani (ragazzi del servizio civile) la teoria di Kohlberg è troppo rigida, la moralità a seconda degli ambiti può cambiare, l’importante è la consapevolezza dei propri limiti e che il rapportarsi con persone più fragili ci rivelino il nostro “essere”. Il dubbio è “come si fa a riconoscere il proprio stadio? E come possono farlo le persone deboli e indifese?”.

I collaboratori e dipendenti si sono confrontati ad ampio raggio riportando le proprie esperienze. Personalità, nazionalità, vissuti ed esperienze diversissime hanno messo “sul piatto” considerazioni profondissime. “Chi non osa afferrare le spine, non dovrebbe mai desiderare la rosa”. Questa citazione della poetessa britannica Anne Bronte, espressa da Andrea, ha dato vita a molte discussioni. Per arrivare a dei risultati, indubbiamente occorre lavorare duramente e a volte “sporcarsi le mani”, nel senso che qualche azione forte per il bene dell’altro, spesso è necessaria. C’è naturalmente chi preferisce sempre dialoghi e sorrisi anche se spesso le circostanze hanno comunque richiesto azioni drastiche (si parla di vita di comunità e a volte si presentano situazioni in cui la decisione e la forza sono assolutamente necessarie). Timore e paura secondo alcuni, non sempre sono sinonimo di autorità, ma spesso si deve diventare severi per necessità. La differenza tra autorevolezza e autorità è argomento che ha tenuto parecchio posto.

Un momento emozionante, l’esibizione del gruppo di Casa Bosticco, con un piccolo saggio delle lezioni di musicoterapia con Rino Dimopoli, l’insegnante tutto le settimane fa lavorare gli ospiti con testi elaborati dalle loro emozioni, costruendo insieme a loro la musica, gran finale con Jesahel, cavallo di battaglia dei Delirium di cui il maestro ha fatto parte.

Il nostro super operatore Fabio con la sua dolce metà (e il piccolo Alessandro, manager perfetto), ha fatto da colonna sonora, facendoci scoprire un’inedita versione professionale!

Cena meravigliosa a chilometro zero, semplice e deliziosa, in perfetto stile “Arborvitae”, un pensiero per tutti, ma proprio tutti e lo “specchio” che ha rimandato il tanto “buono” fatto in una manciata di anni, grazie a tante persone presenti, ma grazie ad uno spirito corale e intraprendente che non si trova ovunque.