CASA DON BORIO festa di inaugurazione

Grande festa di inaugurazione per “Casa Don Borio” l’ultima nata per la Cooperativa Sociale ArborVitae domenica 27 Settembre 2020. Un successo di presenza e di coinvolgimento per la comunità sandamianese, travolta dallo stupore per la grande opera parte di un progetto messo in cantiere già ormai, più di cinque anni fa.

La struttura è un gruppo appartamento per disabili autorizzato al funzionamento dalla Regione Piemonte che ha validato la risposta ad un bisogno sul territorio astigiano di un servizio residenziale, rivolto alle persone disabili di media gravità.

Dal 25 Settembre 2020 “Casa Don Borio” è accreditata al Sistema Sanitario Nazionale, ufficializzando così uno standard di servizio qualificato.

Il sogno ha preso forma e si corona con la festa di inaugurazione aperta alla cittadinanza che diventa testimone stupita di come oggi finalmente proprio i più deboli possono godere della bellezza di una nuova residenza, vera perla rara di un welfare che punta alla qualità.

Casa Don Borio” è una grande villa, circondata da uno spazioso giardino, lontana dall’aspetto asettico degli istituti anonimi che siamo abituati a vedere. All’interno della casa materiali di pregio, armonia e qualità degli ambenti, grandi spazi luminosi, dettagli ricercati che valorizzano la dimora di coloro che, dà sempre ultimi nella società, si trovano oggi inaspettatamente a stupirla aprendo le porte e invitando ad entrare.

E’ proprio Fabrizio, il nostro amico sordo muto primo ospite di ArborVitae a tagliare il nastro all’ingresso accanto al sindaco, il parroco, le autorità presenti ed il presidente dell’Associazione Albero della Vita, dottor Marco Burdese.

In occasione dei festeggiamenti per i santi patroni SS. Cosma e Damiano, il parroco, Don Antonio Delmastro, ricorda a tutti i presenti la figura di Don Borio, a cui la casa è dedicata, scoprendo una targa in sua memoria, affissa sul muro esterno della stessa ed offrendo la benedizione inaugurale.

Senza Don Borio l’associazione ArborVitae non avrebbe avuto l’ardire di tentare il salto di qualità; è stato grazie a Lui e alla sua benevola fiducia che ha dato sostanza alla vocazione di aiuto per i più fragili dell’associazione e ha permesso di trasformare le idee in fatti, finanziando economicamente con un primo mattone quello che oggi è diventato, mattone dopo mattone, un solido muro di una ventennale esperienza di progettazione sociale.  

Don Borio è stato un esempio di accoglienza per coloro che lo hanno conosciuto. Un esempio di umlità nel suo modo di mettersi da parte per offrire il proprio posto a chi aveva più bisogno. Sempre disponibile, sapeva dar luce alle risorse celate in ciascuno con uno sguardo capace di vedere lontano.

A tutti i presenti alla presentazione ed apertura di Casa Don Borio è stato possibile visionare la struttura e conoscere più da vicino la realtà della Cooperativa. Erano presenti gli ospiti delle varie comunità: emergenze abitative, ospiti della comunità di reinserimento e risocializzazione, donne e bambini dell’accoglienza comunitaria, e richiedenti asilo. Un popolo variegato che si è unito in una grande tavolata conclusiva conviviale di scambio, che ha accresciuto anche il senso di appartenenza alla Associazione. Ognuno ha dato il suo contributo nella realizzazione dell’evento, ogni Comunità ha preparato qualcosa; insieme abbiamo condiviso.

Un’opportunità per sentire vicini anche tutti gli amici della Cooperativa e dell’Associazione che hanno partecipato a vario titolo nella costruzione della stessa: volontari, donatori, parenti, collaboratori.

L’Assessore alle politiche sociali ha risposto all’invito e ha avuto parole positive per la struttura e il progetto. Il sindaco di San Damiano d’Asti, dottor Davide Migliasso, ha elogiato l’iniziativa e ne ha riconosciuto il valore per la città.

Alla tavola rotonda del pomeriggio sono presenti il fondatore dell’Associazione Albero della Vita, dottor Marco Burdese, il Professore Don Carmine Arice, Padre Superiore Generale del Cottolengo, il parroco Don Antonio Delmastro, la dottoressa Eliana Gai, psichiatra, presidente della associazione italiana donne medico (A.I.D.M.),sezione di di Asti, e presidente della Fondazione Elvio Pescarmona di San damiano d’Asti.

Il Cottolengo è un’istituzione sociale presente dal 1833, che si rivolge agli ultimi i poveri, gli abbandonati, i disabili, gli anziani. La Piccola Casa della Divina Provvidenza vuol restituire dignità ai deboli, metterli al centro, farli diventare padroni della propria esistenza. Lo sguardo sulla persona vuole considerare tutti i suoi bisogni: quelli affettivi ed emotivi, quelli fisici, quelli spirituali, quelli motivazionali, quelli relazionali. In risposta ai bisogni particolari di ciascuno un progetto specifico. Un’organizzazione internazionale con missioni in tutto il mondo con un bilancio sociale di 15 milioni di euro. Si discute sull’umanità della cura e sul restituire dignità ai dimenticati della società, primi tra tutti gli anziani. Si discute anche sulla necessità di risorse perché la cura sia professionale e di qualità, sull’importanza di esprimere nell’agire quotidiano la coerenza con i propri principi. Un esempio tra tutti la “terza colonna” del bilancio del Cottolengo è rivolta a coprire le spese per coloro che non hanno la possibilità di farlo.

Inoltre la dottoressa Eliana Gai ci informa di aver aderito ad una proposta di raccolta di testimonianze nel periodo della pandemia da COVID-19 da parte dell’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano e di una iniziativa della Fondazione Elvio Pescarmona di San Damiano D’Asti che prevede la realizzazione di un DVD e la pubblicazione di un volume dove saranno presenti foto e testimonianze degli ospiti della RSA, per dar voce ai loro vissuti, alle loro emozioni, in un periodo così delicato, difficile e di isolamento conseguente alla pandemia in atto; all’interno del volume ci sarà una polifonia di voci e scritti, tra cui quelli del Sindaco dottor Davide Migliasso, del dottor Marco Burdese e del parroco Don Antonio Delmastro.