Fidèle e Michel una mamma in fuga, un bimbo che sa sorridere

Ha gli occhi bassi e tristi, ma quando il suo sguardo si posa su Michel che con i suoi 17 mesi non fa che correre, ridere e giocare, è dolcissimo.

Nonostante.
Nonostante questo meraviglioso bimbo con due occhi vivaci e felici sia frutto di una violenza maturata in Libia, non abbia un padre né per lui si assocerà mai un volto a questa nobile parola:”papà”.
Nonostante.
Nonostante nei suoi primi tre mesi abbia visto le pareti di un carcere libico con tutte le miserie immaginabili, nonostante sia venuto al mondo senza le rassicuranti figure che solitamente attorniano una partoriente, ma solo detenute nigeriane.

Sono molti i “nonostante” che costellano la vita di questa giovane madre e del suo piccolo e la prima cosa che Fidéle ci dice è che “la mia storie è così triste che mi fa star male a raccontarla”. Ma poi, complice la dolcezza del nostro operatore Fabio, che fa da trait-d’union mentre gioca con Michel, inizia a sciogliersi.

Qualche settimana fa, Fabio la ha accompagnata a fare un controllo ortopedico, Fidèle si è rovinata i piedi e le gambe per aver percorso a piedi centinaia di chilometri per raggiungere la Libia dal Camerun.
Ha infatti attraversato a piedi ben cinque Paesi! Cacciata dalla sua casa, dalla sua famiglia per meschine questioni di eredità (pare per una casa), ha attraversato Camerun, Nigeria, Benin, Mali, Algeria per raggiungere non si sa neppure cosa, una vita dignitosa o qualcosa che potesse sembrare una vaga normalità.

Lungo il travagliato percorso di fuga è stata “violèe” da persone che avrebbero dovuto proteggerla. Più e più volte ha ceduto a invadenti “avances” di poliziotti che poi, l’hanno incarcerata per aver tentato di opporre resistenza.
Michel è nato in carcere, appunto, ed è proprio il “nonostante” del suo travagliato arrivo in un mondo non proprio accogliente che rende stupiti nel vederlo così gioioso e fiducioso.
C’è da dire che nei suoi primissimi mesi di vita, arrivando dalla Libia, è stato circondato da molte cure e affetto. Dalla Croce Rossa che lo ha visitato ai nostri operatori che si sono subito innamorati dei suoi occhioni. Calore, affetto, pasti caldi e nutrienti, vestiti, medicine, un tetto.
Cose scontate per la maggior parte di noi, ma non così tanto in situazioni disperate e precarie. Mamma Fidèle sta imparando l’italiano e frequentando corsi (il corso di cucina che tanto le è piaciuto potrebbe aiutarla nella ricerca di un lavoro come badante).
Ma potrebbe essere tutto inutile. Il nuovo decreto sicurezza rischia di spazzare via il futuro di Fidèle, del suo bambino e delle persone che hanno costruito preziosi mattoni in questo settore, mai come mero assistenzialismo o business, ma nella vera cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, portando avanti progetti di altissima qualità e creando posti di lavoro.
Cosa sarà tra qualche mese di Fidèle e Michel? Ingrosseranno le fila degli invisibili? Dormiranno all’aperto? Torneranno da chi non li voleva già prima? Non è possibile voltarsi altrove. Riguarda tutti.