La buona integrazione passa da coinvolgimento e rispetto reciproco

Progetti con i Comuni per percorsi costruttivi

Tourè presta la sua opera volontaria, al cimitero di San Martino Alfieri, quando, con il sindaco Andrea Gamba, andiamo a cercarlo. Ci sorride e accetta di buon grado di farsi fotografare, ma ha fretta di tornare ai suoi impegni.

Usciamo e una gentile signora ci chiede se ci fossimo accertati che Tourè avesse una bottiglietta d’acqua, “lavora tanto, masnà, e fa caldo”.

Piccole attenzioni che suonano una melodia bellissima che contrasta con forza una cacofonia di suoni stridenti.

I comuni di San Damiano, San Martino Alfieri, Antignano, hanno accolto un progetto della Cooperativa Arborvitae, stipulando una convenzione, grazie ad un accordo con la Prefettura di Asti, che permette ad alcuni richiedenti asilo di integrarsi e prestare la loro opera su base volontaria alcune ore a fronte di un pocket money straordinario di 120 euro al mese, pagato dalla cooperativa.

Abbiamo incontrato i sindaci e ci siamo fatti raccontare l’esperienza e la percezione del territorio.

Un territorio, il nostro, di vocazione semplice, concreta, ancorata alla terra, accogliente e che, pur senza gesti particolarmente eclatanti sa dare risposte forti.

Andrea Gamba sindaco di San Martino Alfieri, ci racconta che Tourè Ahmed è attivo da fine aprile per 20 ore settimanali, tranne il venerdì perché frequenta lezioni di italiano a San Damiano dove vive.

Tourè è ivoriano, cristiano, ha 33 anni, tre figli e svolge, per il comune, un’attività preziosissima, si occupa di giardinaggio e aree verdi con grande impegno e passione.

“Sono molto soddisfatto, spiega il sindaco, il paese ha iniziato ad accorgersi della sua presenza, poi ha visto il suo impegno. È benvoluto da tutti. C’è una strada percorribile per l’accoglienza”.

“Tourè – sorride Gamba è un tutt’uno con la sua carriola, arriva al mattino in bicicletta con mezz’ora di anticipo. Credo che l’integrazione arrivi anche con il coinvolgimento, la collaborazione e se la risposta del migrante è positiva, nell’accettazione delle regole. Non esiste accoglienza senza integrazione con diritti, doveri e responsabilità. Le strade percorribili ci sono, occorre imparare insieme”.

A San Damiano al momento sono due i richiedenti asilo in forze nelle aree verdi del comune: Seku Diagnogo (Costa d’Avorio) e Diallo Boubacar (Guinea).

“ Non abbiamo mai avuto problemi, spiega il sindaco Mauro Caliendo, e la popolazione ha percepito l’inserimento come risorsa, usufruiamo del progetto da almeno un anno”.

Nelle vie del paese (che a febbraio ha ottenuto il titolo di Città), Seku e Diallo affiancano i cantonieri nei cantieri lavoro, tengono pulite le strade, le aree verdi e le aree pedonali.

“Avevamo spiegato ai cittadini la convenzione, racconta il sindaco, i ragazzi sono molto seri e hanno raccontato le loro difficoltà di vita e di viaggio. Abbiamo riportato un’ottima impressione e loro hanno dimostrato grande dedizione”.

San Damiano è sempre stato un paese accogliente, nel dopoguerra con i meridionali, poi con la popolazione albanese a inizio anni 90, poi con l’insediamento di una comunità rumena. Se penso alla notte del 2014 quando le camionette dei carabinieri hanno accompagnato una cinquantina di ragazzi di colore (ospitati provvisoriamente in canonica e in palestra), mi rendo conto che è passata davvero molta acqua sotto i ponti”.

Il racconto del sindaco si allarga ai valori dello Stato e alla tranquillità che ha sempre avuto. “Le novità spaventano sempre, ma non mi sono mai preoccupato, sapevo che quel primo arrivo era stato preparato adeguatamente anche da un punto di vista di tutele per il territorio, la Prefettura ha coordinato e vigilato anche dal punto di vista igienico/sanitario e legale. Pensavo a come avrebbe reagito la popolazione, ma è andato tutto bene”.

Stephen Adu, vive a San Damiano con il fratello Emmanuel, arrivano dal Ghana dove la situazione resta molto pericolosa, soprattutto per chi, prima di arrivare in Italia è passato dalla Libia.

Due ragazzi (cristiani), davvero a modo che si sono integrati al punto da partecipare alle varie iniziative del territorio (per esempio Puliamo il Mondo).

Stephen è in forza nel comune di Antignano. Ogni giorno con la sua preziosa bici, arriva puntuale al lavoro e, in soli tre mesi è entrato nel cuore dei “colleghi” cantonieri che scherzano con lui e a volte lo riaccompagnano a casa, se il tempo non è favorevole.

Il sindaco Alessandro Civardi ci racconta di un iniziale scetticismo. “A volte nei piccoli comuni c’è una mentalità forse ristretta, ma la vera integrazione passa proprio dai piccoli numeri, se tutti i comuni facessero come noi, integrando queste persone che ci danno una grossa mano, si risolverebbero molti problemi, quando Stephen non può venire, siamo realmente in difficoltà”.

In effetti, questo ragazzone sorridente e sempre disponibile, collabora dal lunedì al sabato dalle otto alle 12. È la prima esperienza di questo tipo per il comune e ne sono entusiasti, addirittura Stephen è stato coinvolto nella festa patronale, portando un grande contributo.

“Gli abitanti hanno toccato con mano la sua disponibilità, serietà e costanza, si possono aprire molte porte. Questa è l’unica strada vera per l’integrazione.

Sono (piccole) storie di integrazione e lavoro, esempi positivi di accoglienza, che danno servizi alla popolazione a costo zero per la comunità. Un percorso che si deve arricchire di nuovi progetti nel campo dell’educazione e istruzione, progetti virtuosi riproducibili in molti comuni.

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