icona progetti - Albero della Vita
I Progetti

Recupero vestiti e mobili usati

Crediamo che il recupero sia una scelta etica che premia la valorizzazione dei materiali e delle produzioni, del lavoro che è stato necessario per creare, quindi anche delle persone e dell’ambiente, senza dimenticare la storia stessa dell’oggetto.

Accogliamo la donazione di vestiti usati in buono stato per metterli a disposizione degli ospiti che ne hanno bisogno. Allo stesso modo recuperiamo mobili usati per metterli all’interno delle nostre strutture. 

Un circuito solidale che valorizza quanto per qualcuno non è più utile trasformandolo in opportunità per qualcun altro.

Una scelta che oltre alla solidarietà sociale, promuove la sostenibilità ambientale. 

Crediamo che il recupero sia una scelta etica che premia la valorizzazione dei materiali e delle produzioni, del lavoro che è stato necessario per creare, quindi anche delle persone e dell’ambiente, senza dimenticare la storia stessa dell’oggetto.

Un’azione in linea con la nostra mission, che rispecchia i nostri valori: solidarietà, sostenibilità, riduzione degli sprechi, rispetto delle risorse umane e naturali, valorizzazione del bene comune.

Un modo anche per ridurre gli oneri creati sia da ciò che comporterebbe allestire una nuova produzione, sia dallo smaltimento stesso dell’oggetto che viene altrimenti considerato rifiuto. Una scelta che non incentiva una produzione eccessiva che comporta conseguenze inquinanti sull’ambiente, e non favorisce una modalità consumistica di considerare i beni come qualcosa da usare e gettare. Ci schieriamo dunque in controcorrente rispetto alla tendenza diffusa della fast fashion, che spinge ad acquistare continuamente qualcosa di nuovo in relazione alla moda, ma guardare invece alla funzionalità e al senso più grande dell’azione per gli altri e per l’ambiente.

Consapevoli che la produzione dei vestiti per essere inserita nel circuito del consumo veloce a prezzi bassi, va ad incentivare modalità di produzione che spesso violano i diritti dei lavoratori, contribuendo a creare disuguaglianze sociali e sfruttamento. Un settore responsabile dello spreco di acqua mondiale risorsa naturale preziosissima: secondo alcune stime per produrre una maglietta servono circa 2.700 litri di acqua potabile, la quantità media bevuta da una persona in quasi 3 anni.  Inoltre, i tessuti utilizzati sono spesso tra i più inquinanti in assoluto e nuocciono gravemente all’ambiente perché scelti solo sulla base del costo più basso, senza badare agli effetti nocivi degli agenti chimici usati ad esempio per colorare i tessuti che finiscono poi ad inquinare fiumi e falde acquifere, andando a minare anche la salute delle persone stesse che li producono. Un esempio lampante di un’economia a discapito dell’ambiente.

Recuperare diventa dunque un modo per non disperdere risorse e materiali, ma offrire loro una seconda chance. 

Una filosofia che sempre più sta diventando oggetto della sensibilità delle persone che si interrogano sul significato delle proprie scelte.

Contrariamente alla tendenza consumistica, ci ancoriamo ad un modo di agire che preferisce essere attento al valore insito nelle cose, all’arte di aggiustare, di restaurare, di far durare il più possibile quello che abbiamo, di vincolare l’uso alla funzione, pensando alle conseguenze della propria scelta sull’ambiente e sugli altri.